Investire in azioni

Come investire in azioni? Quali sono le alternative per investire in azioni? Quali sono le differenze tra investire in Borsa e giocare in Borsa? In questo articolo forniamo una guida completa su come investire in azioni. In effetti giocare in Borsa e investire in Borsa possono sembrare due sinonimi, ciò alimentato anche dalla confusione che molti portali fanno. Ma c’è una sostanziale differenza.

Diciamo che sia investire in Borsa che giocare in Borsa presuppone un investimento sui mercati azionari al fine di conseguire un profitto. Il mercato azionario è il luogo in cui si scambiano piccole parti di aziende quotate (dette quote o azioni).

Dunque, ecco di seguito una guida completa su come investire in borsa e tutte le alternative migliori.

Investire in Borsa e giocare in Borsa differenze

Investire in azioni

Quali sono le differenze di investire in Borsa e giocare in Borsa? Partiamo dall’etimologia di giocare ed investire. Per giocare si intende lo svolgere una attività ludica, ricreativa, nonché saper fare qualcosa abilmente o in modo poco ortodosso. Per investire, inteso in senso monetario, si intende invece impiegare il proprio capitale in beni o attività economiche durevoli.

La differenza tra giocare ed investire sta proprio nel fatto che per giocare si intende svolgere un’attività lucrativa più immediata, d’azzardo, rischiosa, speculativa. Per investire si intende invece un impiego di risorse economiche per beni che durino nel tempo. Diano i loro frutti alla lunga distanza. E quindi, ci impieghiamo anche più energie fisiche e mentali.

La distinzione è netta, ma malgrado ciò, molti siti continuano ad utilizzare il verbo giocare con troppa facilità. Giocare può andare bene anche per le azioni, ma se inteso che il nostro investimento è a breve e d’azzardo. Se invece sono un trader cassettista, non sto di certo giocando con le mie azioni. Ma ci ho investito in modo durevole.

Vista dunque per linee generali quale sia la differenza tra giocare in Borsa ed investire in Borsa, come scelgo l’una o l’altra strategia? In base ad alcuni elementi:

  • Budget a disposizione da investire in azioni
  • Tempo disponibile per seguire le operazioni
  • Quanto tempo vogliamo dedicare a formazione e informazione: un conto è investire in azioni affidandosi ad un consulente e un conto è mettersi in proprio e seguire il mercato. Nel primo caso dobbiamo solo affidargli i nostri soldi, nel secondo caso dobbiamo spendere molto tempo per capirci di più dato che la scelta sta a noi.

Noi per scelta utilizzeremo d’ora in poi il verbo investire, perché giocare ci pare equivoco. Del resto, esistono dei siti appositi per simulare il trading di azioni in Borsa, tramite piattaforme e applicazioni. Se invece si vuole giocare in Borsa ma al fine anche di imparare qualcosa seriamente, allora consigliamo il Conto demo. Che vedremo più avanti.

Piattaforme per investire in azioni

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Investire in borsa come funziona

Come funziona investire in Borsa? Detta in soldoni, investire in azioni significa avere l’intuito, la conoscenza e la capacità di puntare al ribasso su un titolo: se si prevede che i prezzi scenderanno, si può “shortare” un titolo vendendolo al prezzo attuale e ricomprandolo quando il prezzo sarà sceso. Guadagnandoci quindi una differenza. Tale tipo di operazione è possibile tramite i CFD: si tratta di contratti che basano il loro valore sui movimenti del prezzo delle azioni sul mercato, e non sul possesso fisico delle azioni.

Quindi, se acquistate tramite CFD delle azioni della FIAT (ora FCA), non significa che siete azionisti della Fiat e quindi avete il diritto di partecipare al Cda dell’azienda americano-torinese. Bensì, che state solo speculando sul loro andamento in Borsa. Evitando così anche tasse e costi aggiuntivi che ciò comporterebbe.

Cosa sono i CFD? Acronimo di Contract for difference (traducibile proprio in contratti per differenza), si tratta di “contratti” messi a disposizione dal broker scelto che seguono i prezzi di un determinato “sottostante”, che può essere un titolo azionario ma anche un indice azionario, una materia prima, un cross valutario Forex, una criptovaluta, e così via.

I CFD si mostrano semplici e convenienti in quanto si può investire in e guadagnare (ma anche perdere) senza possedere realmente il titolo azionario. Con i CFD, puoi investire in borsa sui movimenti di prezzo. I CFD sono molto apprezzati anche grazie alla possibilità di aprire delle posizioni “short”. Cosa significa questo? Se pensiamo che un titolo azionario stia per scendere, possiamo aprire una posizione short con i CFD e puntare sul ribasso, guadagnando in questo modo sulla discesa del valore delle azioni.

Quello che invece non avviene con le azioni reali di una società. Con i CFD, chi acquista consegue un profitto nel caso in cui il valore dell’attività aumenti, e una perdita nel caso in cui il valore diminuisca. Chi vende, invece, consegue una perdita se aumenta il prezzo dell’attività e un guadagno se tale prezzo si riduce.

I CFD sono strumenti derivati che consentono ai trader di conseguire un vantaggio dal rialzo (posizione long) o dal ribasso (posizione short) del prezzo di attività finanziarie sottostanti. Nati in Gran Bretagna, e presente in più Stati, ricordiamo che i contratti per differenza non sono consentiti negli Stati Uniti.

Investire in azioni come fare

Come fare per investire in azioni? Ci occorreranno le seguenti cose:

  • iscriversi ad un Broker con regolare licenza, onde evitare frodi
  • informarsi sulle ultime notizie del mercato
  • scegliere il titolo su cui investire
  • decidere quanto investire
  • impostare i livelli di stop loss e di take profit: il primo serve per evitare perdite ulteriori se il titolo va male, il secondo, di contro, raggiungere il massimo profitto prima che il titolo cali
  • comprare o vendere azioni in base alle nostre previsioni
  • monitorare lo stato del nostro investimento

Si consiglia poi di chiudere le posizioni nell’arco della medesima settimana in cui le si sono aperte. Motivo? Tra i pochi costi previsti dai broker online, ci sono spread e l’overnight. Quest’ultimo è un costo che matura alla fine della giornata di contrattazione, e scaturisce dal mantenimento della posizione fino alla giornata di contrattazione successiva.

Nel weekend si contano 3 overnight:

  • Venerdì sera
  • Sabato sera
  • Domenica sera

Si tratta di costi irrisori, quindi molto bassi. Tuttavia, se sostenuti continuamente, nel lungo termine possono pesare sul capitale disponibile, soprattutto quando si vantano tante posizioni aperte.

Investire in azioni, cos’è il Conto demo

In precedenza, abbiamo detto che per imparare ad investire in azioni è molto utile il Conto demo. Il Conto demo rientra nell’offerta dei servizi di molti Broker e offre un conto virtuale col quale fare pratica su diversi tipi di trading senza rischiare soldi reali quando si è agli inizi. Il Conto demo però non va preso come un gioco ma con serietà, mettendoci tutta l’emotività di quando si investono soldi veri e si rischia. Senza fare scelte con leggerezza perché i soldi tanto sono finti. Si finirà per non imparare nulla e ce ne accorgeremo sulla nostra pelle quando inizieremo a fare sul serio.

Ricordiamo che il Conto demo offerto dai Broker è di vario tipo: ci sono conti demo che offrono tempo di trading virtuale illimitato ma un ammontare di capitale limitato. Ci sono i conti demo che, viceversa, offrono un conto illimitato ma un lasso di tempo infinito; possiamo cioè usare i soldi a disposizione per quanto tempo vogliamo. Ci sono poi conti demo che offrono sia tempo che soldi illimitati. E infine Broker che offrono un Conto demo con durata e capitale limitato.

Ultima differenza sta nel fatto che alcuni Broker richiedono di versare soldi sul proprio conto per poter utilizzare un Conto demo gratuito ed altri no.

Come scegliere il titolo per investire in azioni

Come scegliere il titolo migliore per investire in azioni? Occorre valutare una serie di elementi, servendosi dei seguenti strumenti:

Analisi fondamentale

Consente di valutare un titolo, partendo dallo stato di salute economico e finanziario dell’azienda di riferimento. Quindi dal suo bilancio d’esercizio, dagli utili, dai profitti e ricavi conseguiti, se ha in progetto eventuali acquisizioni o cessioni di altre società o sue componenti, se ha in serbo nuove assunzioni o di contro licenziamenti. E così via. Dunque quei fattori esogeni ed endogeni che incidono sulla salute del titolo.

L’analisi fondamentale è utile anche per altri mercati: nel Forex, ad esempio, possiamo giudicare un cross valutario partendo dalla situazione politica ed economica di un Paese. Riguardo i metalli preziosi, invece, dalla loro estrazione, da eventuali scioperi delle società estrattive, e così via.

Analisi tecnica

Consente di comprendere quali siano i migliori punti di ingresso e di uscita da un titolo azionario e spesso riflette la valutazione dell’analisi fondamentale. L’analisi tecnica analizza quindi i grafici, l’andamento storico di un titolo. Conoscere il suo passato per comprenderne il futuro.

L’analisi tecnica si basa sul concetto che, considerando il fatto che il comportamento degli investitori si ripete nel tempo al verificarsi di certe condizioni grafiche, anche i prezzi si muoveranno di conseguenza. Il grafico maggiormente utilizzato è il cosiddetto “grafico a candele”. Esso è composto da un livello di prezzo sull’asse delle ordinate e un timeframe del grafico sull’asse delle ascisse. Al centro del grafico vi sono dei rettangoli di colore rosso e verde, che ci dicono appunto graficamente se il prezzo è in aumento o in calo.

Meglio l’analisi tecnica o l’analisi fondamentale? Diciamo che è meglio utilizzarli entrambi.

3. I parametri fondamentali

Ecco un elenco di parametri molto utili per scegliere se investire o meno su una azione:

1. ROE e il ROA (o il ROI)

Il ROE è acronimo di Return on Equity. Si tratta di un indicatore finanziario che offre la possibilità al trader di valutare il tasso di remunerazione del patrimonio netto. Vale a dire quella parte di bilancio che remunera gli azionisti.

Se i livelli di ROE sono alti vuol dire che la società emittente del titolo è in grado di garantire un alto rendimento per gli investitori. Il ROE però non tiene conto del livello di indebitamento di una società, vale a dire quando le passività superando le attività.

Per avere una analisi più completa occorre utilizzare il ROE con il ROA (acronimo di Return on Assets), che ci dice quanto gli asset dell’azienda siano redditizi. Esso tiene presente conto delle passività nel denominatore che all’aumentare di esse tenderà a crescere, comprimendo così la percentuale del ROA.

2. P/E ed EPS

Il P/E è il rapporto tra il prezzo dell’azione e l’EPS, cioè l’utile generato dall’azienda per ogni azione in circolazione. Il P/E fa parte della categoria dei “comparables”, ossia quei parametri che possono essere comparati con quelli di società simili o di settore. Alcuni operatori tendono a confrontare il P/E di un’azienda con quello di settore. Eppure sbagliano. Infatti, non si può confrontare il P/E con la semplice media matematica del settore di riferimento, dato che quest’ultima ricomprende P/E di società che per struttura e redditività non sono simili a quella oggetto di analisi.

È più giusto invece confrontare il P/E con quello di aziende simili piuttosto che a quello medio di settore.

L’EPS invece è il denominatore del P/E. Ci si trova nella situazione migliore quando il P/E scende mentre l’EPS sale. In quanto significa che il prezzo dell’azione non riflette la crescita degli utili, finendo per mostrare una sottovalutazione del mercato sul titolo in questione.

3. P/BV

Per P/BV si intende prezzo/valore di libro. Se il ROE cresce bene in quanto non esistono deviazioni causate dall’aumento del debito ed il P/BV è basso, c’è un ulteriore suggerimento di sottovalutazione del titolo da scegliere. Ciò in quanto il prezzo non include la crescita del valore di libro (patrimonio netto) che è invece la parte del bilancio che interessa principalmente a chi investe in azioni.

4. News

Un quarto elemento da prendere in considerazione sono le notizie riguardanti la società. E ciò è un po' il discorso fatto per l’analisi fondamentale. Dobbiamo sapere in chi stiamo puntando. Se è una società in salute, dalle buone prospettive, oppure è meglio lasciar perdere.

5. Qualità del management

Sapere chi guida una società quotata in Borsa è un altro elemento da indagare. Si tratta di un asset manageriale affiabile? Gente capace? Che ha un ottimo curriculum all’attivo? Vi fidereste a salire su una Ferrari guidata da un neopatentato?

6. Visibilità del titolo

Infine, l’ultimo elemento da tenere in considerazione è se il titolo goda di visibilità in Borsa. Sia quindi un titolo di spicco, di peso. Occorre quindi considerare dov’è quotato il titolo. Se si tratta di imprese che si caratterizzano per piccola capitalizzazione, in fasi di mercato non favorevoli al rischio, non è detto che il titolo salga. Ciò in quanto le azioni quotate su indici minori godono di minore visibilità a causa appunto dell’inserimento su indici di minore rilevanza.

Meglio quindi tenere sempre in considerazione i volumi di scambio che caratterizzano il titolo azionario.

Come investire in azioni con pochi soldi, la leva finanziaria

Come investire in azioni se si possiedono pochi soldi? Intanto chiariamo una cosa: dobbiamo investire in azioni solo il nostro surplus monetario, ossia quel denaro che abbiamo in più e che non sottraiamo a spese importanti per noi e per la nostra famiglia. Quindi beni alimentari, vestiario, pagamento di bollette e tasse, spese scolastiche o universitarie, e così via.

Detto questo e avendo fatto due conti in tasca ci accorgiamo di avere dei soldi da poter investire in azioni ma che in realtà non sono tanti, i Broker ci vengono incontro tramite il servizio della Leva finanziaria.

Cos’è la Leva finanziaria? Si tratta di uno strumento finanziario mediante il quale un trader può decidere di acquistare o vendere attività finanziarie per un ammontare superiore al capitale posseduto. Il suo scopo è quello di ottenere un rendimento potenziale maggiore rispetto a quanto guadagnerebbe da un investimento diretto nel sottostante.

I broker offrono le seguenti leve finanziarie:

  • 1:5
  • 1:10
  • 1:20
  • 1:50
  • 1:100
  • 1:200
  • 1:400

Ad esempio, se usiamo una leva 1:5, per ogni euro muoveremo cinque euro. Mentre se utilizziamo una leva 1:200, per ogni euro muoveremo ben 200 euro.

Per comprendere la Leva finanziaria, occorre capire come funziona il margine. Il nostro broker ci richiederà una piccola percentuale d’investimento totale da depositare come “garanzia”. Questa cifra varia in base al capitale che investiremo, così come alla leva che useremo.

Il margine consiste proprio in questa cifra e deve essere pagata al broker quando si vuole aprire una posizione sfruttando la leva finanziaria.

La formula per calcolare la percentuale richiesta dal broker per il margine è:

Margine in % = 100/rapporto di leva

Facciamo un esempio: nel caso in cui volessimo utilizzare una leva 1:100 e muovere un capitale pari a € 50.000, dovremmo pagare al broker il margine pari al 1% del capitale totale. Quindi sarà necessario investire €500 per poter aprire la nostra posizione di €50.000.

Come funziona la leva finanziaria? Se decidessimo di investire in un prodotto a leva, il provider ci chiederà di versare solo una piccola parte del valore totale della vostra posizione. Sarà poi lo stesso provider a mettere la parte restante del capitale.

Il profitto o la perdita si baserà tuttavia sull’intero valore della nostra posizione. Ciò comporta il fatto che la somma che guadagneremo o di contro perderemo, potrebbe sembrare molto elevata in rapporto alla somma investita. Potrebbe addirittura superare il nostro esborso iniziale.

Chiamato come visto in gergo margine o requisito di deposito. Il Broker ci chiederà per coprire, totalmente o parzialmente, le perdite in cui potremo potenzialmente incorrere.

Il margine è in genere una piccola parte del costo totale dei beni, e il suo esatto valore dipende da alcuni elementi. Alcuni prodotti richiedono margini fissi a contratto, mentre in altri casi il margine è calcolato in percentuale sul valore della posizione.

La leva finanziaria comporta però anche dei rischi. Se ad esempio decidiamo di investire 100 € più un’ulteriore somma di 900 € presi in prestito tramite Leva, se l’operazione ci va male e quindi il titolo si deprezza del 30%, rimarremmo con soli 700 €. Dovendo quindi restituire i 900 € presi in prestito più gli interessi. Se la aggiungiamo ai 100 € del nostro investimento iniziale, incasseremo una perdita di oltre 300 € su un capitale iniziale di 100 €. Avremo quindi incassato una perdita del 300%, riducendo il valore del titolo di un terzo.

Ecco perché si dice che la Leva finanziaria sia una arma a doppio taglio. Perché se da un lato ci permette di moltiplicare i profitti, dall’altro purtroppo fa anche moltiplicare le perdite.

Investire in azioni consigli

Quali sono i consigli per investire in azioni? Ricapitolando, possiamo individuarli in alcuni passi fondamentali da fare:

  • Definire obiettivi di lungo termine
  • Comprendere il proprio profilo di rischio
  • Controllare le proprie emozioni
  • Formarsi molto e continuamente
  • Diversificare il proprio portafoglio di asset, investendo su uno stesso asset la massimo solo il 20%
  • Stare attenti alla leva finanziaria, una arma a doppio taglio

Investire in azioni, la scelta del Broker

Come scegliere il miglior Broker per investire in azioni? Occorre prendere in considerazione vari elementi, che messi insieme ci consentono di comprendere quale sia il miglior Broker. Tuttavia, il principale deve essere il fatto che il broker abbia regolare licenza da parte di un organo di vigilanza sui mercati finanziari. Ogni Paese ha il suo e in Italia vige la legida della CONSOB. Organismo creato ad inizio anni ‘70 per fare in modo che la vigilanza sia dislegata dalla politica, dato che questo compito prima toccava al Ministero del tesoro. Certo, la Consob non è stata immune da critiche in passato.

Di recente, ad esempio, alcuni partiti e giornalisti d’inchiesta la hanno criticata per la scarsa vigilanza e concertazione con la Banca d’Italia rispetto agli scandali e ai soprusi delle banche popolari. O di istituti di calibro maggiore come il Monte dei Paschi di Siena.

Ma a parte ciò, in linea di massima la Consob resta molto utile in quanto controlla costantemente i Broker che operano in Italia. Ciò significa che quanti hanno ottenuto la sua licenza, devono sottostare ad una serie di regole e norme riguardo la privacy e la tutela del conto. Quindi diffidate da quelle piattaforme che operano senza licenza (anche del CySec, massima autorità europea, della FCA in Gran Bretagna, della Sec in America, ecc.) e magari vi promettono pure facili guadagni con fantomatici software che lavorano al posto vostro in maniera automatica.

Scoprirete però che non solo non avrete guadagnato niente, ma avrete perso pure i soldi che avete messo sul conto. Facendo la fine dell’ingenuo Pinocchio, che fu abbindolato da il Gatto e la Volpe con la storia dell’albero di monete. Al fine di sottrargli i soldi che Mangiafuoco gli aveva dato per donarli al povero Geppetto. E non ci sarà Fatina turchina che tenga, neppure in divisa. Di fatti, anche se denuncerete questi lestofanti, difficilmente rivedrete i vostri soldi indietro. In quanto questi Broker hanno alle spalle società con sede in Paradisi fiscali e si perdono in mille rivoli organizzativi. Per cui risalire al proprietario o ai proprietario diventa quasi impossibile.

Detto anche del Conto demo, oltre che della licenza occorre considerare anche questi altri elementi:

Formazione: il Broker deve offrire materiale informativo come ebook scaricabili, corsi di formazione, webinar, incontri annuali dal vivo con esperti, ecc.

News: il Broker deve offrire ai propri clienti notizie sui fatti di Borsa tramite sms alert, newsletters, video riepilogativi. Ciò ci consentirà una giusta analisi fondamentale

Grafici: i grafici devono essere chiari e completi, così fa consentirci una adeguata analisi tecnica

Leva finanziaria: della quale abbiamo parlato in precedenza

Segnali di trading: suggerimenti che gli esperti del Broker ci inviano tramite sms o mail per invitarci a prendere una determinata posizione

Commissioni e spred convenienti

Assistenza clienti in italiano, H24 e 7 giorni su 7. Facilmente raggiungibile in vari modi: chat integrata al sito, mail, numero di telefono

App per smartphone e tablet al fine di investire in azioni comodamente ovunque ci si trovi

Occorre però un altro chiarimento: investire in Broker seri ed affidabili non significa non subire perdite. Anzi. Sono proprio i Broker stessi ad avvisarvi che investire in azioni comporta dei rischi. Il rischio zero non esiste, sebbene lo si possa ridurre con tutti gli accorgimenti fino ad ora detti. Le piattaforme che invece vi dicono il contrario, sono loro stesse un rischio per i vostri soldi.

Broker migliori per investire in azioni

Quali sono i Broker migliori per investire in Borsa? I Broker che a nostro avviso possiedono tutti gli elementi sopra elencati, con ovviamente alcune differenze tra loro, sono:

Broker Caratteristiche Vantaggi Recensione Iscriviti
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Come scegliere Broker migliore per investire in azioni

Come scegliere il miglior Broker per investire in azioni? Sei molto indeciso su quale Broker scegliere? Ti consigliamo di utilizzare il Conto demo per testare le varie piattaforme di trading online. Senza perdere i propri soldi reali. In questo modo li testerete con mano. Attenzione però che alcuni Broker chiedono prima di versare denaro reale sul proprio conto per poter utilizzare il Conto demo gratuito.

Investire in azioni in autonomia conviene?

Conviene investire in Borsa in autonomia? Ci sono sicuramente diversi vantaggi. Uno dei tanti potrebbe essere sicuramente quello di decidere il momento esatto di aprire una posizione, come quella di chiuderla. Il che aiuta ad ottenere il massimo profitto o di incassare la minima perdita. I Broker possono aiutare anche a diversificare il proprio portafogli, fattore positivo già enunciato prima.

Del resto, in un mercato finanziario globalizzato come quello in cui viviamo, l’offerta di titoli oggi include centinaia di titoli in tutto il mondo.

Investire in azioni costi

Quali sono i costi di investire in Borsa? Essi sono dati innanzitutto dalle commissioni. In via generica, si definiscono commissioni la quota parte che spetta ai consulenti per il loro lavoro, e che nell’ambito del trading e quindi della negoziazione, fa parte dell’incontro domanda e offerta, acquirente e venditore.

Tutti coloro che sono alla ricerca di un titolo da vendere, necessita di un soggetto terzo definito compratore. Se si decide di investire in borsa online, allora occorre capire quale siano le commissioni previste dal broker che funge da intermediario.

Se il venditore non trova acquirenti direttamente, allora il broker finge da acquirente. L’obiettivo è sempre quello di soddisfare le esigenze del trader. Che ne fa da cliente. Insomma, il Broker fa in modo che non ci si trovi mai in contesti nei quali non si potrà acquistare o cedere un determinato prodotto finanziario.

Naturalmente i costi di fare trading di azioni dipende anche da quanti servizi decidiamo di avere. Più frecce vogliamo avere a disposizione del nostro arco, più spenderemo soldi. Ma avremo anche maggiore possibilità di centrare l’obiettivo.

Investire in azioni, differenza tra Banca e Broker

Quale è la differenza tra investire in azioni tramite Banca o Broker? Ce ne sono diverse ma la principale è il costo della commissione. Nel caso di broker online il procedimento è automatizzato e supervisionato da parte dei tecnici. Mentre in banca, il procedimento avviene tramite un consulente rappresentato da una persona fisica che viene assegnata al caso.

In virtù di ciò, la Banca si farà pagare più profumatamente il suo servizio tramite commissione, che risulterà quindi molto più alta rispetto a quelle di un broker online con l’influenza diretta sul costo dell’operazione.

Altra differenza sta nel fatto che investire in azioni tramite CFD con Broker, è la maggiore autonomia operativa che si ha con questi ultimi. Possiamo effettuare operazioni di vendita nella stessa giornata di acquisto di un titolo, avendo a disposizione così una maggiore garanzia di dinamicità e di correzione delle proprie operazioni.

Investire in azioni, peggiori titoli 2018

Quali sono i peggiori titoli 2018? A dirlo è Barclay, una banca multinazionale britannica e società di servizi finanziari con sede a Londra. È una banca universale con portata globale, che offre prodotti e servizi in tutto il personale, corporate e investment banking, carte di credito e gestione patrimoniale. Ha attività in oltre 40 paesi e impiega circa 120.000 persone. Barclays è organizzato in quattro attività principali: Personal & Corporate (Personal Banking, Corporate Banking, Wealth & Investment Management), Barclaycard, Investment Banking e Africa.

Secondo gli analisti di Barclays due su tutti sono i titoli da evitare: Bankia e Standard Chartered. Ad entrambi gli istituti Barclays ha assegnato rating Underweight con target price molto più basso rispetto a quelle che sono le quotazioni attuali. Stando alle previsioni di Barclays, la strategia migliore da adottare è quella di fare trading di CFD sui due sottostanti puntando su un loro deprezzamento fino ai rispettivi target indicati dagli analisti inglesi. Per proteggere il proprio capitale dal rischio di rimediare una perdita fuori controllo si possono impostare degli stop loss.

Investire in azioni, migliori titoli 2018

Quali sono, di contro, i migliori titoli 2018 secondo Barclays? I seguenti:

  • Banco Sabadell (rating Overweight e un prezzo obiettivo di 2 euro)
  • Danske Bank (rating Overweight e un prezzo obiettivo 273 corone danesi)
  • DNB (rating Overweight e un prezzo obiettivo 173 corone locali)
  • Lloyds Banking Group (rating Overweight e un prezzo obiettivo 77 pence)
  • Nordea (rating Overweight e un prezzo obiettivo 115 corone)