ETF (Exchange Traded Funds)

Cosa sono gli ETF? Come funzionano gli ETF? Cosa significa ETF? Chi si avvicina al mondo dei mercati finanziari per la prima volta, si accorge di avere di fronte una miriade di strumenti con cui dovrà avere a che fare. Conoscerli diventa fondamentale, per cercare di conseguire un profitto.

In questa guida scopriremo cosa sono gli ETF e quali sono le piattaforme più convenienti per negoziare questi ottimi strumenti di investimento. Ad esempio, Broker all’avanguardia come eToro e Plus500 permettono di investire sui migliori ETF in circolazione.

Migliori Piattaforme per negoziare ETF

I broker elencati nell’introduzione sono, al momento, gli unici in Italia che permettono di negoziare ETF senza costi fissi. Per vedere la loro offerta completa, basterà registrarsi gratuitamente ed in pochi minuti.

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ETF: Introduzione generale

Purtroppo, data la facilità con quale ci si avvicina al mondo del trading, spesso si ritiene erroneamente che questo mondo sia semplice e faccia guadagnare tanto e subito, senza particolari conoscenze. Nulla di più errato. Anzi, tanti sono i truffatori che fanno leva su questa cosa, proponendo piattaforme per il trading online basati su fantomatici software automatici che lavorano al posto nostro, facendoci arricchire. Mostrando video di persone di successo in fiammante Ferrari, circondati da belle donne, su spiagge caraibiche o con in mano un paio di scii.

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Tra gli strumenti finanziari che esistono sui mercati finanziari, trovano largo uso gli ETF. Di seguito vediamo quindi cosa sono gli ETF?

Come funzionano gli ETF? Perché investire in ETF? Cosa significa ETF? E così via.

ETF cosa vuol dire

Cosa vuol dire ETF? Come tanti strumenti finanziari a disposizione del trader (si pensi anche a CFD o ETC), anche qui si tratta di un acronimo. Che sta per Exchange Traded Funds. Traducibile in fondi indicizzati quotati. Proprio perché, come vedremo, sono dei fondi quotati in Borsa, in quanto raccolgono al loro interno come un paniere altri titoli.

ETF cosa sono

ETF cosa sono e come funzionano gli Exchange Traded Funds

Cosa sono ETF? Sono particolari fondi d'investimento (indicati anche con l'acronimo Sicav) a gestione di tipo passiva. Come succede per tutti i fondi, quando si acquista un ETF è come se si acquistasse un paniere di titoli. Investire in un fondo, vuol dire che si mette il proprio risparmio assieme a quello di altri investitori. Sarà poi chi gestisce il fondo ad acquisire con questo denaro gli strumenti per investire. Il risultato positivo o negativo dell'investimento scaturirà da tutti i singoli strumenti su cui il fondo investe.

ETF come funzionano

Come funzionano gli ETF? Si tratta di fondi che adottano un tipo di strategia passiva. Ciò significa che gli ETF hanno come obiettivo quello di replicare l'andamento di un determinato indice o il prezzo di una determinata asset class.

L'ETF sul FTSE Mib, per esempio, avrà lo stesso risultato giornaliero di questo indice borsistico. Tanto quanto un ETF sul prezzo dell'oro replicherà le variazioni del prezzo di questo mercato. Per fare ciò, i gestori di un ETF acquistano quote di titoli degli indici di riferimento – i cosiddetti benchmark – in proporzione alle risorse che ha a disposizione. In questo modo, il valore dell'investimento replicherà in maniera esatta lo stesso valore dell'indice replicato.

Rispetto ai fondi attivi, nei quali il gestore gode di una ampia discrezionalità nell'acquistare titoli per provare a generare rendimento, quando si acquista un ETF si sa già in quali prodotti saranno investiti i propri risparmi. Il successo o il fallimento, pertanto, non dipenderà dall'abilità del gestore ma dall'andamento dell'indice stesso scelto.

Occorre poi tenere presente che un ETF si trova presso una banca che prende il nome di depositaria. Se quest'ultima fallisce, non può vantare alcun credito nei confronti dell'Etf. Tuttavia, l'Etf detiene la liquidità proprio su conti della banca depositaria: pertanto, è molto difficile recuperare i soldi in tempi brevi in caso di fallimento.

Ancora, è bene sapere che gli Etf sono iscritti a nostro nome in un registro presso la banca tramite cui siamo clienti e li abbiamo scelti. La banca poi a sua volta è iscritta nel registro dei creditori presso la banca depositaria. Sebbene non dovrebbero esserci potenziali rischi a risalire all'effettivo creditore dell'Etf (cioè a noi), siamo comunque un po' distanti dal portafoglio dell'Etf.

Migliori broker per investire in ETF

Ecco elencati i migliori broker che consentono di investire sugli ETF sfruttando i contratti per differenza:

eToro

La piattaforma di eToro, tra le migliori al mondo, dispone di ben 145 ETF da negoziare in modo semplice, senza intermediari e con un click. Il tutto, senza nessuna commissione fissa, cosa che avviene scegliendo di investire con una banca tradizionale.

Ovviamente, il livello di sicurezza di eToro è lo stesso dal momento che al pari di una banca gode della licenza Consob per operare.

Nel suo paniere di ETF sono presenti portafogli tecnologici, azionari, obbligazionari o di materie prime. Di recente sono stati inseriti anche ETF sulle crypto. Insomma, la scelta è molto vasta e sarà anche facile scegliere il prodotto giusto dal momento che le performance sono chiare e visibili.

Per vedere tutti gli ETF presenti basterà registrarsi sul sito e cercare la sezione apposita. Ecco il Link diretto:

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Plus500

Anche Plus500 è una piattaforma che dispone di numerosi ETF negoziabili in modo intuitivo e con alle spalle un vero Team di professionisti.

Infatti, Plus500 si caratterizza per offrire strumenti di analisi tecnica molto avanzati, utilissimi per scegliere al meglio su quale ETF investire. Questa sezione è molto apprezzata dai professionisti che hanno così a disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno per investire al meglio.

Inoltre, non possiamo non citare il servizio clienti di questo Broker. Di qualità davvero eccellente, offre supporto in numerose lingue (italiano incluso); sarà quindi possibile rivolgersi a loro in caso di qualsiasi problema. Il tutto per un’esperienza di investimento professionale.

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Conviene investire in ETF?

Conviene investire in ETF? Innanzitutto, occorre dire che siamo di fronte a strumenti molto pratici ed in genere poco costosi. Sono diventati molto popolari di recente, in quanto la capacità delle gestioni attive di riuscire a sovra performare il benchmark in modo consistente – ed al cospetto di costi più elevati in confronto alle gestioni passive – è stata messa pesantemente in dubbio.

Gli ETF sono quotati in Borsa e quote di ETF possono essere acquistate e vendute in qualsiasi momento, proprio come si trattasse di normali titoli azionari o obbligazionari.

Perchè investire in ETF

Perchè investire in ETF? In quanto, rispetto alla gran parte dei fondi comuni attivi, le quote degli ETF sono comprate e vendute in borsa. Si pensi che solo su Borsa Italiana sono quotati circa mille ETF. Pertanto, l'investitore ha una ampissima possibilità di scelta e tutte le garanzie di scelta di un mercato di tipo regolamentato. E' possibile impostare stop loss e limiti o pure acquistare a margine e vendere short.

Dunque, ricapitolando, investire in ETF consente di:

1. Diversificare il proprio portafoglio titoli, cosa consigliatissima a tutti gli investitori al fine di ridurre i rischi dei propri investimenti. Infatti, se una volta avere un portafoglio diversificato era una cosa molto complicata giacché implicava acquistare tantissimi titoli, ora, tramite un unico strumento, si aggira il problema dei rischi specifici legati all'acquisto di singoli titoli. Infatti, con un solo strumento, gli ETF appunto, diversificazione il proprio portafoglio diventa una cosa semplice ed efficace.

2. E siamo al secondo motivo che spinge a far investire in ETF: essi riducono i costi di gestione degli investimenti. Ciò in quanto, tramite questi strumenti, i gestori riescono ad ottimizzare le operazioni di compravendita riducendo di conseguenza i costi generali della gestione.

3. Gli ETF consentono, tramite l'acquisto di pochi strumenti, di creare portafogli che investono in modo sicuro ed efficiente su tutte le principali asset class e aree geografiche.

Come scegliere ETF

I fattori da prendere in considerazione sono:

  • La nostra propensione al rischio
  • Orizzonte temporale del nostro investimento
  • Area geografica su cui vogliamo puntare
  • Volumi scambiati nel passato
  • Valuta del sottostante, in quanto le oscillazioni possono influire sul rendimento del fondo (fattore comunque eludibile grazie agli ETF Hendging)

E' bene sempre ricordare che gli ETF sono dei tracker. Pertanto, dobbiamo guardare la correlazione che esiste tra ETF ed indice a cui fa riferimento.

Un approfondimento a parte merita l'ultimo punto visto tra i fattori da prendere in considerazione. Quello della valuta del sottostante. Soprattutto nel caso in cui si decida di operare con gli ETC, vale a dire gli ETF che investono in commodities.

Se invece vogliamo acquistare ETF obbligazionari, invece di valutare la correlazione con il benchmark, dobbiamo analizzare i debitori in esso, valutare la duration media ed il rendimento. Proprio come se stessimo lavorando con una singola obbligazione. Se vedete la cosa complicata, può consolarvi il fatto che l'offerta di questi prodotti e l'informativa sta aumentando di molto e va sempre più incontro alle richieste degli investitori. Non a caso, tali prodotti entrano sempre più a far parte nei portafogli di molti gestori.

Non a caso, tali prodotti entrano sempre più a far parte nei portafogli di molti gestori.

ETF vantaggi

Quali sono i vantaggi di investire in ETF? Ecco un elenco:

Liquidità

Gli ETF sono strumenti estremamente liquidi essendo quotati in Borsa. Ciò significa che è facile la compravendita di nuove quote senza correre il rischio di vedern scendere il loro valore.

Versatilità

Tramite gli ETF, pure il piccolo risparmiatore può avere accesso ai principali indici di mercato senza dover comprare tutti i titoli presenti nel paniere.

Efficienza

Siamo al terzo vantaggio, legato alla gestione passiva che rende l'investimento in ETF molto vantaggioso. Il costo di gestione di un ETF difficilmente infatti supera lo 0,5%, mentre quello di un fondo attivo arriva a superare pure il 2%.

Trasparenza

La cospicua trasparenza di investire in ETF. Si può infatti, in maniera agevole fotografare completamente lo strumento sotto diversi punti di vista: si va così dall'esposizione valutaria al merito creditizio, dalle masse gestite alla tipologia di replica.

Sicurezza

Il patrimonio investito in ETF è separato da quello della società che ne cura l'emissione. Pertanto, la gestione viene restituita pure in caso di fallimento della società.

Strategia

Tramite gli ETF, diventa più semplice e conveniente elaborare strategie multi-asset che sfruttino al meglio le tendenze di crescita di medio periodo dei mercati, basatisui trend macroeconomici.

Facilità di acquisto

Gli ETF si acquistano come un'azione sul un mercato italiano, con la maggior parte delle banche che permette queste operazioni senza particolari tipi di problemi.

Possibilità di investire in cifre contenute

Ciò in quanto il minimo di negoziazione è pari ad una quota, nonché grazie alla certezza di poter vendere in ogni momento il proprio Etf sul mercato, mediante una garantita negoziazione continua.

Quotazione in tempo reale

Seguono una quotazione in tempo reale, proprio come se fossero singoli titoli azionari.

ETF svantaggi

Quali sono gli svantaggi di investire in ETF? Secondo alcuni esperti, risiederebbero in questi:

  • Strategie passive svantaggiate quando il mercato si capovolge. Le strategie passive, sebbene siano avvantaggiate quando il mercato è in trend positivo, finirebbero per pagare pegno qualora il mercato cambi repentinamente la propria situazione.
  • Gli ETF portano instabilità dei mercati. La proliferazione di ETF porta instabilità sui mercati finanziari appiattendo quelle differenze che permettono il riconoscimento del merito dei fondamentali.
  • Possibilità di sottoscriverli solo in mercati secondari. Ciò rende impossibile generare un proprio paniere, ma vincola ad investire in un paniere già creato e che non è possibile cambiare. Peraltro, in tali panieri offerti “in default”, possono essere incluse anche società con bilanci problematici e considerate meno valide.

ETF costi

Quanto costa investire in ETF? In genere, gli ETF si caratterizzano per i loro costi inferiori rispetto ai fondi comuni. E ciò li rende ampiamente preferibili. Non sono previste commissioni di ingresso o di uscita e neanche spese di performance, dato che richiedono solo il pagamento dei costi di compravendita in Borsa richiesti dalla banca.

Inoltre, le spese di gestione rappresentate nel Ter (Total Expense Ratio) degli Etf raramente superano lo 0,7% qualora investano in mercati emergenti e sono in genere minori dello 0,3% qualora investano nelle Borse dei Paesi industrializzati.

ETF tipologie

Quali tipi di ETF esistono? Ce ne sono vari, come quelli strutturati che non si limitano a replicare un indice, ma consentono di amplificare i movimenti dell'indice di riferimento (si parla di Etf a leva), di replicarli al contrario (si parla in questo caso di Etf short o long) o di proteggere il proprio portafoglio (si parla di Etf protective put). Anch'essi hanno una gestione di tipo automatica: una volta individuato il modello matematico alla base del calcolo, lo implementano in modo passivo.

Quali ETF scegliere

Quali ETF scegliere? Quando si stanno scegliendo gli ETF, non occorre solo guardare all'asset class a cui essi si riferiscono. Infatti, qualora si decidesse di investire su una singola asset class, esistono moltissime opzioni diverse. Come scegliere allora gli ETF? Ecco cosa tenere presente:

  • La quantità di masse che il fondo va a gestire, da cui scaturisce la liquidità
  • La strategia di replica, fisica o sintetica, privilegiando ove possibile la prima
  • Il costo
  • La valuta di riferimento
  • Il provider, vale a dire la casa di gestione del fondo, privilegiando le società di comprovata qualità
  • Premio/sconto: in certi casi, quando ci si trova davanti ad una particolare richiesta nei confronti di un prodotto, è possibile creare un premio o uno sconto quando si vengono le proprie quote

ETF smart beta cosa sono

Cosa sono gli ETF smart beta? Gli Etf smart beta sono particolari tipi di Etf che prevedono particolari fattori “intelligenti” nel rapporto tra l'ETF e il suo indice di riferimento (benchmark). La presenza di uno smart beta rende più articolato il rapporto tra un Etf e il suo sottostante. Le variabili sono tante: si pensi agli ETF Smart Beta detti Equal Weight, che danno più spazio in seno al paniere agli strumenti che abbiano una minore capitalizzazione.

Non mancano poi Etf che puntano a contenere il rischio o che inseriscono la valutazione di alcuni valori fondamentali nella valutazione dei titoli che si inseriscono in portafoglio. Tali fattori determinano uno scarto tra la distribuzione dell'indice di riferimento e gli strumenti contenuti nell'Etf.

Gli Etf smart beta garantiscono una pronunciata flessibilità nell'impostare la strategia. Lasciando così all'investitore tante chance di scelta.

ETF su materie prime

Quali sono gli ETF sulle materie prime? Gli ETF sono uno strumento molto utilizzato per le materie prime, chiamate in gergo commodities. Proprio per la loro praticità ed efficienza. E così, tramite Etf, è possibile investire su oro, petrolio, acqua, caffè, cacao, argento, gas, e tanto altro ancora.

Tassazione ETF come funziona

Come funziona tassazione su ETF? Quale tassazione viene applicata agli ETF? La normale tassazione italiana per gli investimenti finanziari. Vale a dire un'aliquota pari al 26% sui redditi da capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria. Tranne per gli ETF che investono in titoli pubblici italiani (obbligazioni e altri titoli di cui all'art. 31 DPR 601/1973) e equiparati e derivanti da titoli pubblici di Stati esteri che fanno parte di quella che in gergo viene chiamata White List. Infatti, a questi viene ancora applicata l'aliquota del 12,5%. Del resto, sono visti più come risparmi che come investimenti, dato che il profitto finale è spesso pari a zero o addirittura scaturiscono una perdita. Quindi, pure in tal caso la tassazione degli Etf non si discosta da quella che vediamo in altri investimenti.

Investire in Etf tramite una Gestione patrimoniale permette di conseguenza un altro vantaggio: è possibile compensare rendimenti o perdite in tutta l'intera gestione, creando così una maggiore efficienza nell'investimento. Ciò è possibile farlo operando sugli ETF tramite i CFD che come contratti derivati sottostanno alle regole del capital gain sia in profitto che in perdita. Ma cosa sono i CFD? Acronimo di Contract for Difference (traducibile in “contratti per differenza”) sono degli strumenti derivati utilizzati per scambiare altri prodotti finanziari, senza possederli realmente.

Tramite essi, ogni trader può stipulare contratti di acquisto o di vendita tramite un broker o un intermediario, nelle modalità scelte dal trader. Il vantaggio principale dei CFD è che non possiedono realmente l'asset finanziario scelto, ma si possiede un contratto con il broker che replica in maniera esatta la quotazione del prodotto di riferimento.

Perché si chiamano contratti per differenza? In quanto lo strumento negoziato (azione, indice etc.) sarà scambiato secondo le reali condizioni di mercato e il guadagno o la perdita sarà fedele alla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita del prodotto finanziario, proprio come avviene in Borsa.

ETF a replica fisica cosa sono

Cosa sono gli ETF a replica fisica? Sono gli ETF che replicano il proprio indice di riferimento, acquistando la totalità dei titoli presenti in un indice

ETF a replica sintetica cosa sono

Cosa sono gli ETF a replica sintetica? Si tratta di quegli strumenti che selezionano un campione di titoli rappresentativo dell'indice. In tal caso il valore degli ETF può anche divergere dal benchmark. Quindi, in sintesi, non acquistano in maniera diretta i titoli del listino fotografato, ma investono in titoli diversi e poi replicano l'indice di riferimento mediante un contratto di swap. Che è un particolare prodotto finanziario che gli consente di imitare il mercato.

ETF fisici e sintetici differenze

Quali sono le differenze tra ETF fisici ed ETF sintetici? Gli Etf fisici contengono in pratica gli stessi titoli dell'indice che vogliono replicare. La maggior parte degli Etf (gli esempi più importanti sono Lyxor e i Db) sono però sintetici e non si comportano così.

Tra i primi 10 titoli dell'Etf Lyxor Ftse Mib ce n'è solo uno italiano: Eni. Il titolo col peso maggiore è legato alla francese Total, mentre il secondo è un derivato swap. Allora cosa lo lega a Piazza Affari? Qui subentra lo swap. Cos'è lo swap? Si tratta di un contratto privato stipulato tra il gestore dell'Etf e una banca d'affari.

Funziona così: il portafoglio con dentro Total, E.On, ecc. oggi guadagna il 2%. Piazza Affari sale però del 5%. Siccome l'Etf deve seguire l'andamento dell'indice, il 3% di differenza deve essere garantito dallo swap. Il valore dello swap è dato, pertanto, dalla differenza tra il valore dell'indice che si vuole replicare e il valore del portafoglio titoli alla base dell'Etf.

Cosa accade quindi? Se la banca d'affari con cui è stipulato lo swap fallisce, il valore del prodotto si annulla e l'Etf subisce una perdita secca: in questo caso ammonterebbe al 9,11%!

Cosa significa tutto ciò? Che gli Etf sintetici espongono ad un rischio di controparte che non è previsto negli Etf fisici. Il rischio di perdita per il fallimento di controparte è fissato però per legge a un massimo del 100%. Qualora lo swap superasse tale soglia, esso sarà annullato e la banca d'affari farà un pagamento in denaro verso l'Etf. Che così riporta il valore del portafoglio in linea con quello dell'indice, e un nuovo swap viene stipulato. Il valore del portafoglio può essere anche superiore al valore dell'indice: in tal caso il fallimento della controparte non comporta il conseguimento delle perdite.

Occhio però che il rischio di controparte è presente pure negli Etf fisici. Questi ultimi possono infatti “prestare” titoli del portafoglio a banche d'affari. Queste ultime vendono a loro volta i titoli prestati sul mercato: qualora il prezzo scendesse, quando si troveranno a ricomprare gli stessi titoli per restituirli all'Etf conseguiranno un cospicuo guadagno. L'Etf dal canto suo incassa commissioni utili a ridurre il costo di gestione dello stesso.

Infine, se la banca che ha preso a prestito i titoli fallisce, il portafoglio dell'Etf perde valore. La pratica del prestito titoli avviene anche per gli Etf sintetici, ma è più frequente in quelli fisici, dato che i costi di gestione sono più elevati. Facendo l'esempio dell'Etf più importante, Lyxor, esso non pratica il prestito titoli per nessuno degli Etf sintetici che prevede.

ETF e ETFS differenze

Quali sono le differenze tra ETF e ETFS? L'Etf è un fondo comune, scambiato in Borsa come una normale azione. L'Etfs, invece, è un contratto che replica l'andamento del cambio di una valuta, del prezzo di una materia prima o di un indice azionario o obbligazionario. Quando l'Etfs replica l'andamento di una materia prima è chiamato Etc, mentre negli altri casi Etn.

Cosa sono gli Etc? Acronimo di Exchange traded commodities, funzionano precisamente come fanno gli Etf, ma replicando indici di materie prime fisiche o contratti derivati su materie prime. Gli Etn, e gli Etc, invece, pur essendo acquistati e venduti come azioni sul mercato Etf plus e pur replicando in maniera passiva un indice, non sono un fondo e non possiedono direttamente alcuntitolo.

Ciò si traduce in una differenza sostanziale: gli Etf vantano un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne curano le attività di costituzione, gestione, amministrazione, ecc… e non sono esposti al rischio di insolvenza neppure in caso di fallimento delle banche che li emettono.

Gli Etn, invece, non prevedono questa protezione. Se l'emittente dovesse fallire, i possessori di Etn dovranno comportarsi come tutti gli altri creditori. Attendendo e sperando di rivedere un giorno i propri soldi investiti.

ETF rischi

Quali sono i rischi legati agli ETF? I rischi degli Etf sono collegati al mercato d'investimento. Pertanto, gli Etf azionari risultano essere più rischiosi degli Etf obbligazionari. E pure gli Etf a leva (che moltiplicano l'andamento dei mercati) sono anch'essi più rischiosi. Per il resto, gli Etf sono come dei fondi comuni, per cui il portafoglio dell'Etf è differenziato da quello del gestore. Solo chi possiede le quote vanta crediti nei confronti del fondo. In pratica, il patrimonio dell'Etf si distingue dal possibile fallimento di chi lo gestisce.

Ancora, in termini di rischi, occorre fare distinzione tra ETF sintetici ed ETF fisici. I primi, avendo al loro interno uno swap, sono assoggettati al rischio che la controparte dello swap possa fallire. Lo swap non supera mai il 10% del valore del patrimonio e nella pratica vera è di solito molto meno. Gli Etf sintetici possono prestare i titoli che hanno in portafoglio ad altri (una strategia atta ad abbassare le spese) e ciò espone ad un eventuale fallimento di chi si fa prestare i titoli, perché poi in seguito potrebbe non essere più in grado di restituirli. Ma ciòà nella pratica è molto difficile che avvenga.

ETF, cosa accade in caso di fallimento del gestore

Cosa succede se il gestore dell'ETF fallisce? Sebbene le loro quote siano scambiabili in Borsa come le azioni, gli Etf sono comunque dei fondi comuni. E ciò fa sì che il portafoglio dell'Etf si distingua da quello del gestore: in pratica, solo i possessori delle quote vantano credito nei confronti dell'attivo del fondo. Cosa significa ciò? Se acquistate l'Etf Lyxor Ftse Mib che replica l'andamento di Piazza Affari e la Lyxor fallisce, quest'ultima non può prelevare nulla dal patrimonio dell'Etf. Pertanto, l'investimento in ETF non sarà intaccato dal fallimento del gestore. E questo è un grosso vantaggio di questo strumento.

ETF cos'è rischio sovrapposizione

Cos'è il rischio sovrapposizione negli ETF? Prendiamo sempre come esempio Lyxor, una società controllata da Société Générale. Pertanto, la controparte con cui stipula gli swap è Société Générale, così come la banca depositaria. Ciò significa che se Société Générale dovesse fallire, finiranno per sommarsi diversi rischi previsti. Ecco quindi il verificarsi della sovrapposizione. Quindi, è sempre buona norma leggere attentamente il prospetto dell'Etf che contiene tutte le informazioni del caso, prima di sottoscriverlo.

La sovrapposizione è comunque un evento estremo. Che va preso in considerazione, ma essendo remoto, non deve da solo dissuadere dall'investire in Etf sintetici e Etf fisici. Altro discorso è però la conoscenza dei rischi sui mercati finanziari. Da tenere sempre a mente.

Su cosa è possibile investire in ETF

Su cosa è possibile investire tramite ETF? Nelle seguenti categorie di asset:

  • Indici obbligazionari, titoli di stato o titoli di società private dell'area euro e non
  • Indici azionari rappresentativi di singoli mercati e di intere aree geografiche
  • Indici azionari dei mercati emergenti
  • Indici azionari settoriali: vi rientrano i vari settori che hanno società quotate in Borsa, che vanno dal settore tecnologico fino ai servizi energetici
  • Indici di materie prime: attraverso i cosiddetti ETC (Exchange Traded Commodities) si potrà investire anche su oro o argento, beni rifugio e adatti ai momenti di mercato laterale
  • Indici azionari style
  • Indici di società immobiliari e di private equity

Come investire in ETF

Visto cosa sono e come funzionano gli ETF, veniamo ad un'altra domanda: come investire in ETF? Le strade sono due:

Tramite un conto titoli: basterà rivolgersi alla propria banca o società di investimento ed ordinare l'acquisto dell'ETF che si è scelto utilizzando il codice ISIN dello stesso

Tramite CFD: occorrerà rivolgersi ad un broker che abbia un'offerta di CFD abbastanza ampia da includere gli ETF. Come sempre, raccomandiamo di affidarvi a Broker che abbiano regolare licenza CONSOB, massima autorirtà di vigilanza sui mercati finanziari. E che offrano tutta una serie di servizi appannaggio del cliente. Come un Conto demo per fare pratica, assistenza clienti sempre disponibile, spread convenienti, zero commissioni, formazione continua, news quotidiane.

I Broker CFD che consigliamo sono:

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Quale delle due opzioni scegliere? La prima va scelta in caso si scelgano operazioni di lungo termine in cui si va a bloccare il capitale per un lungo periodo. Nella consapevolezza di dover «sopportare» l'eventualità di non vendere nei periodi in cui la propria posizione sul singolo ETF si trovi in perdita.

La seconda soluzione è da scegliere per prendere posizioni di breve periodo, nei quali si prova a speculare su brevi movimenti avvantaggiandosi pure della leva finanziaria.

ETF armonizzati e non armonizzati differenze

Quali sono le differenze tra ETF armonizzati e non armonizzati? La differenza sta nel fatto che parte dei profitti realizzati sugli ETF non armonizzati sono considerati dall'agenzia delle entrate come «redditi diversi» e quindi soggetti ad aliquote più alte del 20%. Occorre poi prendere in considerazione il fatto che le minusvalenze non siano deducibili.

Gli ETF armonizzati sono ETF quotati sui mercati europei. Gi ETF quotati sulla borsa italiana sono invece tutti armonizzati. Anche in questo caso, ribadiamo l'utilità di prendere visione del prospetto informativo per sapere se l'ETF che intendiamo acquistare sia armonizzato o no.

Conclusioni

In questa guida completa sugli ETF abbiamo analizzato nel dettaglio questo ottimo strumento di investimento. I suoi vantaggi, in termini di economicità e performance, sono evidenti. Non a caso questa scelta di investimento è sempre più consigliata da Gestori e promotori finanziari.

Ovviamente, per un vero investimento vincente, sarà opportuno scegliere la piattaforma adeguata. Nella nostra guida abbiamo segnalato eToro e Plus500 poiché sono gli unici due Broker in italia che permettono di operare sugli ETF senza costi fissi e con la garanzia della Consob.

La modalità migliore per investire in ETF è data da queste due ottime piattaforme. Non ci resta che augurarvi un buon investimento!